Roby Facchinetti
Roby Facchinetti
Nel 1966 i Pooh sono ancora un gruppo "beat" che ha da poco cambiato gli assetti, dopo i primi cinque anni dilettantistici col nome 'Jaguars', quando il giovane Facchinetti nel maggio di quell'anno fa il suo ingresso nel gruppo.
Assume in fretta un ruolo preponderante nel complesso: diventa subito il compositore della maggior parte dei pezzi, è per esempio della coppia "Facchinetti-Negrini" il primo dei brani non cover del gruppo, si tratta di Brennero '66, canzone portata con scarso successo al "Festival delle Rose" del 1966 (oltre ad esserne l'autore, Roby ne è anche l'interprete). Il brano è censurato dalla Rai, viene anche intimato al gruppo di cambiar titolo e modificare il testo, pena l'estromissione dal concorso. Diventa così "Le campane del silenzio", in un'esibizione radiofonica disturbata da problemi tecnici che non ne permettono l'ascolto: la canzone si classifica all'ultimo posto.
Fino al 1971 le composizioni della musica passano tutte per le sue mani, anche se l'interpretazione degli stessi viene inizialmente spesso affidata soprattutto alle voci di Riccardo Fogli e Dodi Battaglia. Roby si toglie la soddisfazione di cantare, in coppia con Negrini, in La fata della luna del 1969 già pubblicata l'anno precedente come La leggenda della Luna nel disco Contrasto (in quella circostanza cantata solamente da Roby). Si riconosce la voce di Facchinetti in altri brani del periodo degli anni sessanta come Per quelli come noi, Il cane d'oro, Mr. Jack e altri ancora. Nel primo album pubblicato dai Pooh con la nuova casa discografica "CBS", nel 1971, Roby è l'unico autore delle musiche e si limita a cantare una delle strofe finali del brano "Opera Prima".
Scritte in coppia con il fido paroliere Valerio Negrini, nascono così Tanta voglia di lei, Pensiero, Noi due nel mondo e nell'anima , Nascerò con te, Quando una lei va via,Io e te per altri giorni, Infiniti noi, Parsifal.
Dal 1972, con l'uscita di Alessandra (album e canzone dedicati alla neonata bimba di casa Facchinetti) anche Dodi Battaglia comincia a proporsi come autore delle musiche del gruppo. Pur cantando nel singolo Cosa si può dire di te, in Mio padre, una sera, ed alternandosi con Dodi in La nostra età difficile la voce di Roby è ancora in secondo piano, sovrastata da quella Riccardo e poi di Dodi.
Nell'album Parsifal, che consacra la formazione storicamente più stabile del gruppo, Roby si ritaglia alcune parti vocali in Lei e lei (scritta però da Dodi Battaglia), L'anno, il posto, l'ora e Solo cari ricordi, alternandosi con Dodi e Red nel cantato delle ultime due. Inoltre, in questo album vi è l'importante affermazione delle sue capacità compositive, chiaramente evidenti in Parsifal, e confermante negli anni a venire con lunghi pezzi in parte strumentali come Il tempo, una donna, la città, Padre del fuoco, padre del tuono, padre del nulla, Il ragazzo del cielo, Viva, Grandi speranze, Il giorno prima, Puoi sentirmi ancora oppure Dove comincia il sole.
Con l'uscita del singolo Per te qualcosa ancora, la voce leader del gruppo diventa Roby, che interpreta successivamente i brani di maggior successo del decennio, partendo da Linda, Pierre, Dammi solo un minuto, Cercami e Ci penserò domani.
Negli anni settanta, la coppia Facchinetti-Negrini continua a costituire il pilastro principale delle composizioni, ma il ruolo di Roby come compositore viene affiancato da quello di Red Canzian e Dodi Battaglia (parallelamente, i testi delle canzoni iniziano ad esser affidati con maggior frequenza non solo a Valerio Negrini, ma anche a Stefano D'Orazio).
Nel 1984 esce "Roby Facchinetti", album solista inciso con musicisti inglesi e l'orchestra sinfonica di Monaco) e nel 1993 "Fai col cuore", il secondo album solista registrato con un'orchestra sinfonica, più introspettivo rispetto al precedente.
Il suo ruolo di leader vocale continua per tutti gli anni ottanta e si conferma in occasione della vittoria sanremese del 1990, dove a Roby viene affidata una parte importante del pezzo Uomini soli.
Nel 1991 scrive due brani per Marcella Bella.
Partecipa alla 57ª edizione del festival di San Remo, al fianco del figlio Francesco, con il brano "Vivere normale", centrata sul tema dell'amore e del rapporto filiale. Dopo la prima esibizione, però, i due vengono aspramente criticati dall'esperto Mario Luzzatto Fegiz in occasione del dopo-festival. Nonostante tutto i due si classificano all'ottavo posto.
Pubblica il terzo album da solista nel 2014: intitolato Ma che vita la mia contiene anche un duetto con il soprano torinese Valeria Caponnetto Delleani (figlia di Silvana Aliotta) nella canzone Poeta, dedicata a Valerio Negrini.
Fonte: Wikipedia
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